di Pier Paolo Pasolini
Mi soj insumiàt di mangià ùa,
un grignèl par volta,
da un rap vedulìn e plomp.
Dut il distín di un omp,
lis disgrassiís,
ta chè fres’cia ùa pena ciolta
e vecia coma il mond.
Tal sun, i soj jo ch’i la mangi,
cun chista bocia
ch’a rit, puareta, disperada
ulì, ingianada
dal scur sun,
parsè che, ridínt, a ghi tocia
mastià chè ùa impestada.
Jo i la sclissi cui dinc’ als
parsè che co al mòur
o al mangia un al si vergogna:
coma s’i ves la rogna
i inglutís
chei grignej fis tal luzòur
che sui muars al si poign.
Traduzione : Un grappolo d’uva
Mi sono sognato di mangiare uva, un grano alla volta, da
un grappolo verdolino e fradicio.
Tutto il destino di un
uomo, le disgrazie, in quella fresca uva appena colta e
vecchia come il mondo.
Nel sogno, sono io che la mangio, con questa bocca che
ride, poverina, disperata, perché ingannata dal buio sogno,
deve masticare ridendo quell’uva impestata.
Io la schiaccio coi denti alti, perché quando muore, o
mangia, uno si vergogna: come se avessi la scabbia, inghiotto
quei granelli fissi nel chiarore che cade sui morti.
Bella,non la conoscevo!
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L’ha ripubblicato su friulimosaicodilinguee ha commentato:
in vinum veritas
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